Onorevoli Colleghi! - In tempi di dibattiti e di polemiche sulle «riforme della politica», con la presente proposta di legge si intende dare, da un'angolatura particolare, un contributo al dibattito sulla riforma delle istituzioni, proponendo che i candidati da eleggere direttamente da parte del corpo elettorale siano scelti mediante elezioni primarie.
      L'obiettivo è di agevolare uno sforzo straordinario di auto-riforma dei partiti e di innovazione profonda della loro vita interna con riflessi positivi sul costume politico e sul sistema istituzionale, in attuazione dell'articolo 39 della Costituzione.
      Si ritiene infatti che tali scelte in direzione della democrazia diretta possano essere rafforzate nelle loro finalità dal ricorso alle elezioni primarie, come strumento di partecipazione e di riscoperta della sovranità popolare.
      Spingere i partiti politici, anche con forme di sostegno e di incentivazione, a innescare al proprio interno processi di cambiamento profondo significa anche individuare l'antidoto a quei fenomeni di degenerazione che separano i cittadini dalle istituzioni.
      Il trasformismo diffuso, con le trasmigrazioni frequenti di parlamentari da un partito all'altro e il cambiamento delle alleanze di governo determinate dai risultati elettorali, è una delle cause evidenti della disaffezione della gente dalla politica e della fuga degli elettori dalle urne.

 

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      Fenomeni questi che le elezioni primarie possono contribuire, se non a eliminare, a ridimensionare notevolmente introducendo modelli di cultura e di condotta politica di segno opposto.
      La strada è coinvolgere direttamente la base dei partiti e, quindi, i cittadini nel processo di formazione degli «eletti» e della classe dirigente, fin dal momento della selezione dei candidati, in una logica di competitività e di emulazione tra e dentro gli schieramenti politici.
      Si tratta di fare crescere gli spazi in cui il «popolo sovrano» possa riappropriarsi dei diritti che, in sua vece, oggi vengono esercitati, con gli effetti degenerativi descritti, dalle strutture e dalle burocrazie dei partiti.
      La presente proposta di legge prevede che il ricorso alle elezioni primarie sia facoltativo. Sarà pertanto una libera scelta delle formazioni politiche e dei loro raggruppamenti riconoscere ai propri iscritti e sostenitori il diritto di partecipazione e il peso reale nella scelta dei candidati da sottoporre a giudizio dell'elettorato.
      L'articolo 6 prevede la decurtazione dei contributi pubblici ai partiti che non hanno fatto ricorso alle elezioni primarie, il che equivale a sancire il principio che il finanziamento pubblico dei partiti (anche nella forma dei gruppi parlamentari) è ammesso solo in presenza di regole che garantiscono effettiva democrazia interna. Sul piano pratico significa anche fornire ai partiti un incentivo molto concreto a cambiare e ad adottare il metodo delle primarie, per rinnovare e per rinnovarsi.
      La presente proposta di legge affida agli statuti e ai regolamenti dei partiti il compito di disegnare le regole che dovranno disciplinare le consultazioni primarie, ma a condizione che le regole medesime si adeguino ad alcuni princìpi normativi di garanzia che la medesima proposta di legge determina dettagliatamente all'articolo 4. Garanzie di trasparenza che, oltre alle disposizioni previste dal suddetto articolo 4, sono date dall'obbligo, previsto dall'articolo 3, di depositare annualmente statuti e regolamenti presso la Presidenza della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica e dalla successiva pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale a cura dei Presidenti delle Camere, che ne attestano la conformità.

      Sono previste anche l'attestazione della regolarità dello svolgimento delle operazioni elettorali da parte di un notaio presente alle operazioni medesime e la pubblicazione dei risultati nella Gazzetta Ufficiale.
 

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